Abbazia di San Colombano
Abbazia di San Colombano
L’Abbazia prende il nome dal monaco Irlandese Colombano giunto nel 614 a Bobbio, dopo una lunga peregrinazione evangelica in Europa: qui si si stabilì e dette avvio alla fondazione di un cenobio basato sulla sua Regola “Ora, studia et labora”.
Fu per tutto il Medioevo uno dei più importanti centri monastici d’Europa, facendone fra il VII ed il XII secolo una “Montecassino dell’Italia settentrionale”, famosa per lo Scriptorium, il cui catalogo, nel 982, comprendeva oltre 700 codici.
Attorno alla vasta area occupata dal monastero, si formò poco per volta la cittadina.
Il complesso abbaziale del monastero copre una vasta area e diversi edifici: la Basilica con l’antistante Piazza San Colombano, il corridoio-cavedio con l’abitazione abbaziale, il chiostro che ospita il Museo della Città ed i giardini interni, il Museo dell’Abbazia nella zona dell’antico Scriptorium, il porticato con il giardino di Piazza Santa Fara, l’ex chiesa delle Grazie e vari edifici diventati oggi privati o rimasti pubblici come le ex carceri ed il tribunale oggi ostello.
Basilica di San Colombano
In epoca longobarda i lavori di costruzione ebbero avvio sui resti di una piccola chiesa preromanica ormai in rovina dedicata a S. Pietro, passando nei secoli attraverso fasi costruttive e ricostruttive sia in età longobarda che carolingia
Con l’ingresso nel monastero della Congregazione dei Benedettini di Santa Giustina da Padova nel XV secolo, venne costruita la Basilica odierna, sopra i resti della chiesa conventuale anteriore al 1000.
L’intero edificio ha una struttura grandiosa che testimonia il desiderio di rinnovamento dei benedettini; incongruenze di stile, dovute forse al lungo periodo di tempo trascorso tra l’inizio e la fine dei lavori (1456 – 1522), ne fanno un esempio di architettura di transizione tra gotico e rinascimento.
Gli ultimi importanti interventi di risistemazione risalgono al 1910: in quell’occasione venne riscoperto il pavimento musivo della chiesa precedente, occultato nella ricostruzione rinascimentale.
La facciata della basilica riflette la struttura interna della chiesa a tre navate.
Nella parte inferiore trova spazio il portico, denominato “Paradiso”, aggiunto nel XVI sec
Nella parte superiore, al di sopra del rosone è collocata la statua bronzea raffigurante San Colombano benedicente.
Sovrasta il portale d’accesso la scritta affrescata “terribilis est locus iste” che sottolinea l’ingresso in un luogo spirituale, mistico e misterioso da non profanare.
All’interno si possono ammirare cicli di affreschi di Bernardino Lanzani da San Colombano al Lambro, che nel 1526 firma un contratto con il Priore del monastero, nel quale si impegna decorare volte e pareti delle navate e del transetto concludendo i lavori nel 1530. La decorazione pittorica segue chiari intenti teologici-dottrinali dei committenti ispirandosi a episodi della Bibbia e del Vangelo. Nello specifico la Basilica definita Basilica dello Spirito ispirata al versetto 6,63 del Vangelo secondo Giovanni che sancisce il primato dello spirito alla materia: «È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che vi ho detto sono spirito e vita».
La decorazione della zona presbiterale e della volta venne affidata a Luigi Mussi, quadraturista che operò nel ‘700, che compose un ciclo di affreschi ispirati alla vita di San Colombano ritratto in veste nera benedettina, in particolare sulla parete destra è raffigurato il Miracolo dell’orso aggiogato con il bue e su quella di sinistra il Miracolo della distruzione dell’anfora di cervogia. Nella volta invece è affrescata la celebrazione della Gloria.
Di particolare rilievo:
- nella prima cappella della navata sinistra è il fonte battesimale del IX sec., sostenuto da una base del XVI sec., mentre il coronamento ligneo è riferibile al XVIII sec.;
- nell’Abside, il coro ligneo con il lettorile, prezioso lavoro di intaglio e intarsio firmato e datato in capo agli stalli di destra: “Hoc opus fecit Dominicus de Placentia 1488”;
- nel piano ambulacro, il mosaico pavimentale della chiesa pre-rinascimentale. E’ datato alla prima metà del XII sec. e fu scoperto casualmente nel 1910, durante lavori per la costruzione di una scalinata che dalla navata centrale conducesse direttamente in cripta. Il tappeto musivo policromo, che si estende per ben 100 mq., è un esempio di “Bibbia pauperum”;
- nella cripta, il sarcofago di S. Colombano al centro, opera di Giovanni de’ Patriarchis (1480), il sepolcro di Sant’Attala (II abate), il sepolcro di San Bertulfo (III abate), con le loro transenne marmoree longobarde usate come lastre tombali sopra gli antichi affreschi e la cancellata transenna in ferro battuto del XII secolo, antico divisorio tra il coro monastico dallo spazio riservato ai fedeli.